Come funziona l’algoritmo di Linkedin

Algoritmo di Linkedin

Così come Facebook e Instagram, anche Linkedin ha un suo determinato algoritmo. Perché alcuni post vengono visualizzati e altri no? Quali sono i meccanismi premianti?

Scopri come funziona!

L’algoritmo di Linkedin

Aumentare il coinvolgimento del tuo profilo, in una piattaforma che si è sempre indirizzata a un tipo di comunicazione professionale è ancora più importante. Per questo motivo, scoprire come funziona l’algoritmo e cercare di utilizzarlo a nostro favore è fondamentale.

Di cosa tiene conto l’algoritmo di Linkedin?

  1. Cronologia dei contenuti che posti, un ordine che è stato reimpostato in seguito a un’esperienza dell’utente negativa rispetto a ciò che si stava sperimentando. Linkedin ti permette di personalizzare il tuo feed scegliendo tra il visualizzare prima i post più recenti o quelli consigliati (top stories).
  2. Interazioni tra te e le persone con cui sei collegato.
  3. Engagement. L’ordine di visualizzazione dei commenti si basa indubbiamente su questo aspetto.

Il primo passaggio attraverso le maglie di Linkedin è un filtro antispam. Questo primo controllo completamente automatizzato e realizzato da software ti categorizza in uno dei tre possibili stati:

  • spam
  • contenuto di scarso valore
  • idoneo

Il secondo passaggio è quello di mostrare i contenuti sul tuo feed e di calcolare le interazioni.

Se gli utenti interagiscono con il post esso avrà maggiore possibilità di venire visualizzato ancora. Viceversa se viene nascosto, segnalato o l’utente cambia la logica di visualizzazione dei post allora il segnale viene accolto negativamente e il tuo post rischia di non essere mostrato.

Il terzo passaggio è un controllo sempre automatico di “viralità” del post. L’algoritmo in questo caso deve essere intelligente a sufficienza per capire se il pubblico sta interagendo “bene” o male al post. O se le interazioni sono vere o false.
Durante questa fase si determina anche la congruenza del post con la propria audience.

Il quarto passaggio prevede un passaggio “umano”. È in questa fase che gli utenti decretano se il post ha sufficiente qualità per continuare a essere visualizzato nel feed di LinkedIn.

Come battere l’algoritmo di Linkedin?

Lo diciamo in modo chiaro: pubblicare i contenuti di qualità rimane sempre un must. Bisogna far leva su contenuti utili e chiari per la propria audience.
Da questo punto di vista Spidwit, con le sue notizie, le immagini, le citazioni è una fonte straordinaria di contenuti che possono poi essere pubblicati con facilità sul canale Linkedin.

Dimmi di più su Spidwit

È un algoritmo meno strutturato e avanzato rispetto a Facebook e Twitter, ma comunque presente e in continuo affinamento.

Sicuramente Linkedin utilizza sia il calcolo matematico del suo algoritmo sia l’intervento umano per determinare la qualità di un preciso contenuto. Se un contenuto viene apprezzato, viene dunque ritenuto buono da un determinato numero di utenti, allora avrà un pubblico sempre più ampio per la piattaforma.

Altri aspetti premianti per l’algoritmo di Linkedin sono:

  1. I contenuti nativi rispetto ai collegamenti ad altri siti.
  2. I post vengono proposti prima ad una piccola percentuale di utenti per essere poi, se apprezzati, mostrati ad un pubblico più ampio.
  3. Parti di racconti personali sono spesso innescanti per meccanismi virali, con gran sorpresa dei maggiori utilizzatori di Linkedin.

Se vuoi consigli sui momenti più adatti per pubblicare su Linkedin e quindi avere maggiore riscontro, leggi anche questo articolo: Quando pubblicare su Linkedin.

 

Autore: Noemi Pugliese

Esperta di comunicazione, amo i social con un particolare debole per Instagram. Passione per la scrittura, la fotografia e il disegno, mezzi preferiti per raccontare e raccontarmi. Saltello tra Sicilia e Calabria, profondamentamente innamorata del mio sud.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *