I contenuti virali sono una sorta di chimera nel mondo del web marketing. Tutti si impegnano per creare quello che viene definito un buon lavoro di content marketing, qualcosa in grado di far leva su ciò che potrebbe essere utile all’audience. Ma poi, all’improvviso, c’è qualcosa che emerge e che si fa notare.
Non è per forza un’opera d’arte, non sto parlando di un lavoro capace di mettere d’accordo tecnici ed esperti del settore. Il contenuto virale va oltre questa definizione, interroga e chiama in causa pulsioni differenti che non possono (e non devono) essere collegate alle necessità informative dello spettatore.
Perché in questi casi puoi contare su un interesse ponderato, critico, utilitaristico. Hai scritto un articolo interessante, ricco di dati e indicazioni. Quindi le persone lo leggono e lo condividono. Ma se vuoi andare oltre e puntare sui contenuti che creano dei veri e propri trend devi seguire una strada differente.
Da leggere: come fare content curation
Cos’è un contenuto virale: definizione
Il contenuto virale è una pubblicazione – che può essere espressa su piattaforme e in formati differenti – che trova un successo inatteso e spesso immotivato. Le dinamiche che portano a ottenere questo output non sono chiare e definite una volta per sempre, così come i risultati sono sempre auspicabili.
Ma non si può dare la certezza di poter creare dei contenuti virali a comando. Ci sono agenzie che puntano molto su quest’aspetto e hanno delle strutture in grado di lavorare bene ma in questi casi c’è sempre l’incognita umana. La viralità di un contenuto è influenzata dal libero arbitrio e dai trend.
Vero, ma ci sono una serie di passaggi che possono avvantaggiare il tuo obiettivo. Allora, come creare contenuti virali sui social? Ecco qualche consiglio da seguire e mettere in pratica oggi stesso.
Lavora con immagini e video
Non mi fraintendere, ogni espressione può diventare virale. Un articolo del blog può raggiungere questo goal ma è chiaro che ci sono dei codici comunicativi che riescono a ottenere un’attenzione diversa dal pubblico. E stimolano le emozioni con maggiore efficacia: video e immagini sono contenuti diretti, semplici da fruire e da condividere. Quindi sono perfetti per il tuo obiettivo specifico.
Il visual parla alle emozioni e si comporta in modo diverso sulle piattaforme social (non è un mistero che Facebook prediliga i video) e sui dispositivi che oggi usiamo per creare la nostra dieta mediale.
Sto parlando degli smartphone, qui il visual trova un terreno fertile. Quindi se vuoi lavorare in questa direzione conviene prendere in considerazione l’idea di mettere da parte il contenuto testuale a favore di ciò che cattura lo sguardo e veicola significati condivisi attraverso forme, colori e grafiche.
Se desideri uno strumento che possa suggerirti contenuti di qualità, come immagini di settore e divertenti, modelli grafici, ma anche meme, ti consiglio Spidwit!
Monitora il pubblico e i trend
Come diventare virali? Di certo non puoi procedere con un soliloquio, senza ascoltare ciò che succede sul web. Il lavoro di social listening è la chiave di volta della tua attività di viral marketing. Perché solo così puoi scoprire cosa ama il pubblico, come si muovono i trend e quali potrebbero essere i punti da sfruttare per caratterizzare il tuo percorso di content marketing in chiave viral. I tool essenziali:
- Hootsuite.
- Mention.
- Tweetdeck.
- Google Alert.
- Talkwalker.
Questo lavoro di osservazione e ascolto è indispensabile per evitare lavori inutili, buchi nell’acqua e occasioni perse. Spesso la differenza è nel timing, soprattutto se vuoi lavorare con il newsjacking.
Sto parlando della capacità di intercettare una notizia virale e creare un contenuto capace di legarsi al trend pur lavorando sulla propria realtà. Vuoi un esempio di contenuto viral creato in quest’ottica? Basta dare uno sguardo alla pagina Facebook della Ceres, che ha fatto grandi cose su questo fronte.
Viral marketing: rischi e pericoli per il brand
Tu vedi solo occasioni nel viral marketing, ma ti assicuro che ci possono essere dei rischi da non sottovalutare. L’epic fail è sempre in agguato, in particolar modo quando si vuole strafare e ottenere il risultato sbalorditivo. Quante volte abbiamo assistito al tracollo di grandi brand che, pur di cavalcare una notizia o un trend, hanno messo il piede in fallo offendendo la sensibilità di molti fan?
Leggi anche: 4 Epic Fail (e 4 lezioni che è possibile imparare)
Avrebbero dovuto fare quella battuta o chiamare in causa eventi che meritavano solo silenzio e rispetto? Mai perdere di vista la sicurezza per la propria presenza online e il rispetto per il prossimo.
Prima di far partire il tuo contenuto virale (o presunto tale) rifletti 10 volte e prova a individuare le reazioni che potrebbe avere il pubblico. L’empatia in questi casi è decisiva e un test chiamando in causa altre persone può essere una salvezza. Perché recuperare una situazione di crisi sui social non è sempre facile e, in alcuni casi, puoi registrare conseguenze negative nel lungo periodo.
La spinta di advertising e influencer
Per creare contenuti virali devi ascoltare il pubblico, carpire le tendenze, deliziare chi si trova in ascolto con qualcosa di unico. Ma non dimenticare che la viralità può essere aiutata da due strategie che sono alla base di queste combinazioni. Sto parlando dell’advertising online, in particolar modo di Facebook ADV, e dell’influencer marketing che coinvolge le persone più indicate per ottenere buoni risultati.
Dare una spinta a ciò che sta avendo un buon successo, pagando un algoritmo o un utente in vista in una determinata nicchia, può essere la chiave decisiva per dare al tuo lavoro una possibilità concreta. L’esito della tua campagna di viral marketing non può basarsi solo sulle tue forze.
Per dare valore a quello che ho scritto puoi dare uno sguardo al grafico di Buzzsumo: basta la condivisione di un influencer per ottenere il 31,8% in più di condivisioni sui social. E se si arriva a 5 share la situazione si fa interessante. Il questo modo il viral content si costruisce con il coinvolgimento degli individui giusti.
I tuoi contenuti virali, quali effetti?
Hai lavorato su questo tema? Sei riuscito a pubblicare dei contenuti che hanno avuto buoni frutti sotto questo punto di vista? Non ti preoccupare, se la risposta è negativa devi prendere coscienza del fatto che queste dinamiche sono impossibili da prevedere. Però devi procedere in questa direzione.
Puntando alle risposte. Sai qual è l’errore principale in questi casi? Puntare verso la pubblicazione di contenuti virali senza prendere in considerazione gli esiti da ottenere. Cosa vuoi raggiungere con i video e i post che pubblichi nel tentativo di ottenere successi straordinari? Certo, riuscire a entrare nelle classifiche importanti di YouTube e Instagram può essere una buona cosa. Ma cosa ti porterà questo?
E soprattutto: le condivisioni vanno a toccare il tuo target oppure rischi di finire fuori bersaglio?
Misura i benefit e a capitalizza ciò che riesci a ottenere da questa visibilità. Altrimenti gli sforzi saranno superflui e i numeri resteranno muti, utili solo al tuo ego ma non alla campagna di web marketing.
Da leggere: la guida per creare un chatbot
La tua esperienza con i contenuti viral
Questa è una guida base, una riflessione sulla necessità e possibilità di generare contenuti virali grazie alle tue capacità. Ciò che conta è lo studio della base, con una grande attenzione ai tempi: ma perdere l’occasione di cogliere l’occasione giusta, il momento ideale. A patto che non vada in contrasto con il tuo brand e con il buon nome che hai creato con tanta fatica.
Sei d’accordo?
Autore: Riccardo Esposito
Sono un web writer e un blogger freelance. Mi occupo di formazione e scrittura online, lavoro ogni giorno per professionisti e aziende che vogliono sfruttare al massimo il blog.