Quella alle fake news è una lotta senza quartiere. Internet si fa spesso cassa di amplificazione di notizie false, che riescono a fare leva sulla nostra volontà di condivisione.
Perché condividiamo notizie false?
Uno dei meccanismi su cui fa leva parte di queste fake news è il cosiddetto “confirmation bias“, ossia ricondividiamo tutte quelle notizie che confermano le nostre credenze più radicate.
La fabbrica dei click di internet crea questo tipo di notizie per aumentare i guadagni pubblicitari.
Dal tuo click su una notizia che credi vera, il possessore del sito guadagna. E guadagna quanto più la notizia crea scalpore, indignazione, rabbia.
Ossia quanto più riesce a fare leva su sentimenti negativi o controversi.
Dalle istituzioni è stato chiesto ai giganti dell’informatica, Google e Facebook in prima linea, di far sì che la tecnologia sia in qualche modo coinvolta nel processo di analisi e diffusione delle notizie.
Fare cioè in modo che anche il processo tecnologico possa in qualche modo arginare notizie non verificate, finte o clickbait.
L’annuncio di Zuckerberg e la modifica dell’algoritmo
Ed è così che con un primo annuncio di Mark Zuckerberg di venerdì scorso confermato con un articolo sul newsfeed blog, si dà il via a una grande novità.
Si tratta dell’ennesimo cambio nell’algoritmo Edgerank che arriva poco dopo l’altro annuncio (che ha fatto anch’esso molto scalpore) sulla riduzione della visibilità dei post delle pagine pubbliche.
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Zuckerberg parla anzitutto della quantità di notizie che compariranno sui nostri feed.
Si scenderà da un 5 a un 4 percento circa, ossia un contenuto su 25 sarà in media una news. Questo abbassamento fa ancora una volta il paio con l’intento di dare maggiore risalto a informazioni più personali a scapito di contenuti esterni.
Le notizie che verranno pubblicate con più frequenza saranno:
- News da fonti che la comunità reputa affidabili
- News che la gente giudica informative
- Notizie rilevanti per le comunità locali
Quali sono i criteri per giudicare l’affidabilità delle fonti e la qualità delle news?
Zuckerberg spiega che questo è stato il nodo più complicato da sciogliere.
Chi decide se una fonte è attendibile oppure no?
Hanno da subito annunciato che non saranno loro a farlo, per mancanza oggettiva di competenze. Sarebbero stati sicuramente soggetti a critiche molto forti.
Hanno successivamente escluso la possibilità che fosse un pool di esperti a giudicare. Anche qui ci sarebbero stati problemi di oggettività nel giudizio: il classico problema di chi controllerà i controllori.
E così Facebook ha deciso di chiedere a noi, alla sua comunità, di votare sull’affidabilità delle fonti e sul grado di informazione che ciascuna di esse è in grado di offrire.
Già sono stati presentati dei questionari agli utilizzatori Facebook degli Stati Uniti, ma presto il metodo verrà esteso a tutta la popolazione mondiale. Le testate che riceveranno valutazioni di affidabilità più basse avranno meno visibilità sui newsfeed dei loro fan.
Dopo aver deciso se una fonte è affidabile o meno, si scende ancora più nel dettaglio.
Qual è il grado e la bontà dell’informazione della singola notizia? Verrà chiesto all’utente di dare un voto da uno a cinque sul grado di informazione di ciascun articolo. E da questa valutazione dipenderà la reach della singola notizia.
Come faccio a essere sicuro che quella che condivido non sia una fake news?
Condividere articoli di qualità fa parte di una buona strategia di contenuti sui Social Media.
Per questo assicurarsi di non ricondividere notizie di bassa qualità o peggio ancora false è di fondamentale importanza.
A questo scopo ti diamo 5 consigli che speriamo possano esserti d’aiuto:
- Controlla le fonti e gli autori. Considera la condivisione di contenuti da fonti che siano autorevoli. Alcuni siti di informazione maliziosa si nascondono dietro nomi che assomigliano a quelli di fonti riconosciute.
In passato abbiamo visto cose come il Giomale (la “m” assomiglia pericolosamente a “rn”), Ultima Ora 24, La Nozione, Libero Giornale e così via. - Non fermarti al titolo. Pare che uno dei nostri viziacci sia quello di valutare una notizia dal solo titolo, senza avere la curiosità di approfondire il contenuto. Altre volte cadiamo invece nella trappola del cosiddetto “click bait”, ossia titoli pensati proprio per attrarre il clic, ma dove poi la notizia o non esiste proprio o è scadente o scorrelata dal titolo.
- Ne hanno parlato altri? Se una notizia ti sembra “troppo bella per essere vera”, forse non è vera! Controlla sempre che altri quotidiani autorevoli ne abbiano parlato. Insomma: non fermarti mai alla prima fonte.
- Controlla la data. Spesso alcune notizie vengono riprese e ripostate anche dopo tanto tempo e diventano dunque irrilevanti nella discussione attuale.
- Potrebbe trattarsi di satira? Le informazioni in questo caso sono trattate in modo caricaturale ed è evidente che il fine è quello di divertire e non di disinformare. Una notizia come “Trova la Conad chiusa, mamma costretta a partorire in ospedale”, pubblicata da Lercio, ha un evidente scopo umoristico :)
Chi mi aiuta a cercare notizie affidabili e rilevanti?
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Cosa ne pensi del nuovo cambiamento di algoritmo di Facebook? Scrivilo sui commenti!
Autore: Antonio Parlato
Pedigree da ingegnere, propone variazioni sul tema di web writing, copywriting, content marketing, dissertazioni tecnologiche e tecnoillogiche.