Scontro duro al Congresso, che lascia intendere come l’incontro serva non solo da monito all’azienda di Zuckerberg (e agli altri colossi del web) ma che potrebbe sfociare in una severa regolamentazione futura.
5 Flash dell’incontro di ieri
– Scuse e stretto controllo. Zuckerberg chiede scusa e si cosparge il capo di cenere. Non un pizzico di cenere. Un’intera tonnellata. Facebook sta effettuando un controllo completo di tutte le app che hanno a disposizione una quantità importante di dati e ha chiuso tantissimi profili considerati “fake” e legati alla disinformazione russa.
– Regolamento europeo VS Regolamento americano. Zuckerberg ammette che il regolamento europeo, molto più restrittivo di quello americano, è probabilmente la giusta via da seguire. Zuckerberg è comunque disposto a intervenire per ottenere una regolamentazione della privacy che non solo rispetti il diritto dei singoli, ma che sia anche sufficientemente chiara. L’opposizione classica a questo tema è: in quanti leggono quegli enormi documenti con decine di richiami e link, spesso scritti in burocratese?
(Forse Zuckerberg non sa che qui in Italia si impazzisce per comprendere appieno il GDPR, e come muoversi con l’attuale regolamentazione. Ma questa è un’altra storia).
– Informare gli utenti del furto (o dell’abuso) di dati. Zuckerberg ha ammesso di non aver informato gli utenti nel 2015 del furto dei dati, pur essendone a conoscenza. Con il GDPR in Europa (che entrerà in vigore il 25 maggio prossimo), questa pratica di sottacere non sarà più ammessa e severamente punita: gli utenti andranno informati entro 72 ore.
Ci sarà un giro di vite anche in America?
– Il ruolo (non) neutrale di Facebook. Facebook è un editore? No, risponde Zuckerberg. Ma non è neanche totalmente neutrale, perché è responsabile della diffusione dei contenuti degli altri. Una totale mancanza di de-regolamentazione, porta infatti a fenomeni come razzismo, pornografia, violenza verbale, che Facebook deve comunque tenere sotto controllo.
Come direbbe Lercio: “ci hanno rubato i dati, ma vi abbiamo salvato da milioni di capezzoli”
– I telefoni (non) ci spiano. Zuckerberg nega assolutamente che l’applicazione “stia in ascolto” e ci spii, così come non ascolta le conversazioni su Whatsapp, che sono criptate.
I cospirazionisti diranno che Zuckerberg ha mentito (e nasconde parte dei suoi segreti dentro le scie chimiche).
4 Momenti più Rilassanti
– L’abito non fa il monaco. Mark Zuckerberg si presenta pallido, un po’ emaciato e con un look a cui non siamo tanto abituati. Sappiamo che possiede un intero armadio di T-Shirt grigie, esattamente come Dylan Dog possedeva un armadio pieno di camicie rosse.
Ieri sfoggiava completo scuro e cravatta blu Facebook. Il New Yorker, che tanto leggero non va con l’Enfant Prodige, dice che non è lui a indossare un abito, ma l’abito a indossare lui.
– Non so con chi adesso sei, non so che cosa fai, ma so di certo dove stai alloggiando. Il senatore Durbyn, giusto per dare una lezioncina di come la privacy sia una questione importante chiede a Zuckerberg se può condividere con lui e gli altri senatori il nome dell’hotel in cui il CEO ha alloggiato la sera precedente.
Zuckerberg parte esitante con un lungo EHM, e poi un solido NO.
Privacy vera o si vergogna a dire che ha dormito in un pessimo AirB&B dell’ultim’ora?
– Senatori rimandati a Settembre. Molti senatori hanno mostrato delle lacune vistose, segno che forse il loro grado di preparazione su alcuni temi è ancora incerto.
Il Senatore Hatch incalza pesantemente:
“Come fa Facebook a sopravvivere se non fa pagare nulla?”
“Facciamo pubblicità” risponde serenamente Zuckerberg,
Hatch lo guarda con fare sornione per qualche secondo prima di dire:
“Capisco”.
Risatine in sottofondo.
– Il Groupie. Il senatore Cornyn comincia il suo intervento parlando del figlio. Charlie, tredici anni, utilizzatore appassionato di Instagram e che ha preteso di essere menzionato dal papà durante il suo intervento.
Tenero.
Cosa succederà nei prossimi giorni/mesi? Per certo sappiamo che Zuckerberg tira un po’ di fiato con il titolo che sale del 4,5%, ma soprattutto può tornare a indossare la maglietta grigia d’ordinanza.
Autore: Antonio Parlato
Pedigree da ingegnere, propone variazioni sul tema di web writing, copywriting, content marketing, dissertazioni tecnologiche e tecnoillogiche.